Gestire affitti brevi in Italia può sembrare complicato, soprattutto con le continue evoluzioni normative. Una delle principali agevolazioni fiscali per chi affitta immobili per periodi inferiori a 30 giorni è la cedolare secca. Questa imposta sostitutiva mira a semplificare la tassazione per i locatori, offrendo un'alternativa al regime ordinario.
La cedolare secca è un'imposta fissa che sostituisce l'IRPEF e le addizionali comunali e regionali sui redditi derivanti dalla locazione di immobili. Per gli affitti brevi, l'aliquota standard è del 21% sul canone di locazione. Questo regime fiscale è particolarmente vantaggioso per chi affitta occasionalmente, poiché non richiede l'apertura di una partita IVA. Agenzia delle Entrate
A partire dal 2024, sono state introdotte alcune modifiche significative:
Dal 2024, piattaforme come Airbnb sono diventate sostituti d'imposta. Ciò significa che trattengono direttamente la cedolare secca del 21% sui compensi degli host non professionisti e la versano all'Agenzia delle Entrate. Questo semplifica gli adempimenti fiscali per i locatori, garantendo al contempo una maggiore trasparenza. Airbnb
Il pagamento della cedolare secca avviene generalmente in due rate:
Se l'importo totale è inferiore a 257,52 euro, è possibile effettuare un unico pagamento entro il 30 novembre. Il versamento avviene tramite il modello F24, disponibile presso banche, uffici postali o online.
La cedolare secca rappresenta una soluzione fiscale vantaggiosa per chi gestisce affitti brevi, offrendo semplicità e aliquote competitive. Tuttavia, è fondamentale rimanere aggiornati sulle normative vigenti e valutare attentamente la propria situazione per garantire una gestione fiscale corretta e ottimale.
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